L’osteoporosi maschile
L’osteoporosi rappresenta un problema di salute pubblica anche negli uomini. Circa il 20% di tutte le fratture di femore si verifica nel sesso maschile e l’incidenza di fratture vertebrali è circa la metà rispetto a quelle nelle donne. Tuttavia mortalità e morbilità per frattura di vertebra e femore sono più elevate rispetto alle donne. La forma più comune di osteoporosi nell’uomo è quella secondaria prevalentemente a ipogonadismo, alcoolismo, mieloma multiplo, iperparatiroidismo, malassorbimento ed uso di corticosteroidi.
L’osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea (osteopenia) e da alterazioni qualitative che si accompagnano ad un aumento del rischio di frattura. Vengono definite “primitive” le forme di osteoporosi che compaiono dopo la menopausa (postmenopausale) o comunque con l’avanzare dell’età (senile). Le osteoporosi “secondarie” sono quelle determinate da un ampio numero di patologie (iperparatiroidismo, ipertiroidismo, anoressia, artrite reumatoide, insufficienza renale cronica) e farmaci (cortisonici, anche immunosoppressori).
Epidemiologia dell’osteoporosi negli uomini e nelle donne
L’osteoporosi rappresenta una malattia di rilevanza sociale. La sua incidenza aumenta con l’età sino a interessare la maggior parte della popolazione oltre gli 80 anni. Si stima che ci siano oggi, in Italia, circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione di uomini affetti da osteoporosi. Poiché nei prossimi vent’anni la percentuale della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età aumenterà del 25%, ci dovremo attendere un proporzionale incremento dell’incidenza dell’osteoporosi.
Costi allarmanti
In Europa i costi per le fratture hanno superato ogni previsione: in totale si spendono 39 miliardi di euro l’anno, in oltre la metà dei casi per fratture dell’anca. I costi diretti per la cura delle nuove fratture a circa 26 miliardi, altri 11 si spendono per l’assistenza e le cure a lungo termine dei pazienti fratturati e 2 per le terapie farmacologiche. L’Italia con 7,2 miliardi di euro è seconda solo alla Germania.
Le fratture
In Italia si riscontrano oltre 80.000 fratture/anno negli ultracinquantenni. Nei soggetti con frattura del femore prossimale si rileva, nell’anno successivo alla frattura, un tasso di mortalità del 15-30%. Tra gli anziani le fratture osteoporotiche sono una delle maggiori cause di mortalità, la cui incidenza è sostanzialmente sovrapponibile a quella per ictus e carcinoma mammario e 4 volte superiore a quella per carcinoma endometriale. Il 50% delle donne con frattura di femore presenta inoltre una consistente riduzione del livello di autosufficienza e, in circa il 20% dei casi, richiede l’ospedalizzazione a lungo termine.
Tra i potenziali fattori di rischio per le cadute è possibile elencare:
- Un ambiente domestico poco sicuro
- Una storia precedente di cadute
- La paura di cadere
- L’assunzione di alcuni farmaci (ansiolitici, antidepressivi)
- Alterazioni della mobilità
- Alterazioni della vista
- Isolamento sociale
I momenti essenziali nella prevenzione dell’osteoporosi negli uomini e nelle donne
Esistono alcuni fattori importanti che incidono in modo significativo sul rischio di sviluppare osteoporosi in futuro. Fra questi sono da ricordare:
- Un sufficiente apporto durante l’infanzia e l’adolescenza per il raggiungimento di un’ossificazione ottimale
- Il mantenimento di un sufficiente apporto di calcio dai 20 anni alla menopausa, accompagnato da una sufficiente attività fisica
- Un’attività fisica e sufficiente apporto di calcio durante la menopausa
- Evitare fumo e abuso di alcolici
Ai fini della prevenzione, è importante individuare i soggetti a cui eseguire la densitometria ossea in tempo. Questa indagine è ritenuta utile nelle donne oltre i 65 anni, mentre nei maschi e nelle donne di età inferiore l’indagine può essere di utilità solo in presenza di determinati fattori di rischio o condizioni come: menopausa precoce (< 45 anni), magrezza (<57 kg), tabagismo, uso di farmaci osteopenizzanti, condizioni morbose potenzialmente in grado di provocare osteoporosi.