Intolleranza al lattosio: cos’é e come affrontarla
L’intolleranza al lattosio è un problema sempre più discusso al giorno d’oggi; si tratta di una sindrome vera e propria, ed i sintomi possono comparire dopo aver consumato sostanze alimentari che contengono una buona percentuale di lattosio.
Solitamente l’intolleranza al lattosio è provocata da una carenza di lattasi, ovvero un enzima chiave, ovviamente di cause ce ne sono tante altre, possono essere primarie e secondarie, le scopriremo assieme in questo articolo, ed è bene tener conto anche del fatto che la gravità di tale malattia può variare da soggetto a soggetto.
Differenza tra Carenza di Lattasi Primaria e Secondaria
Esistono cause responsabili di carenza di lattasi, principalmente ne sono 4, non ci si limita solo a quella primaria, ed alla secondaria, cerchiamo quindi di fare chiarezza:
Carenza di lattasi primaria: solitamente è la causa principale in moltissimi soggetti, qui l’attività enzimatica cala gradualmente nel tempo; il processo parte addirittura dall’infanzia e segue la crescita del soggetto interessato, in alcuni casi può essere del tutto ereditaria.
Carenza di lattasi secondaria: può avvenire a seguito di lesioni alla mucosa intestinale e qui uno scenario del genere è collegato a volte a malattie infettive o che portano ad un’infiammazione, ovviamente le cause variano e possono includere:
- Gastroenterite;
- Celiachia;
- Morbo di Crohn;
- Colite ulcerosa;
- Chemioterapia;
- Utilizzo massiccio di antibiotici.
Carenza di lattasi congenita: in tal caso l’attività enzimatica può diminuire già dalla nascita del soggetto, in una fase così particolare della vita la vera causa è da attribuire ad un fenomeno di eredità autosomica recessiva. Solitamente i primi effetti si notano successivamente all’ingestione di latte da parte del neonato.
Carenza di lattasi nello sviluppo: secondo alcuni studi sembra che questa carenza si manifesti soprattutto nei bambini prematuri, che per intenderci sono nati tra le 28 e le 37 settimane di gestazione. E’ una fase molto particolare, qui l’intestino del bambino non è ancora ben sviluppato e quindi non è in grado di idrolizzare il lattosio; molto spesso la condizione migliora con il passare degli anni, un arco di tempo in cui l’intestino potrà maturare, rinforzarsi e consentire un’attività di lattasi che si avvicina alla normalità.
Intolleranza al lattosio: qualche aspetto di Fisiopatologia
Si parla sempre più spesso di lattasi, ma non tutti sanno che la sua carenza non fa altro che far comparire lattosio non assorbito nell’intestino e questo ovviamente comporta alcuni problemi, a partire da diarrea, fino ad arrivare alla proliferazione di batteri colonici, che a loro volta avviano un’azione di fermentazione dei gas, con segni e sintomi addominali ben visibili.
Alcuni studi dimostrano che i primi segnali di intolleranza al lattosio si presentano già dopo i primi 30 minuti dall’ingestione di prodotti che contengono latte, il tutto varia ma non di molto.
I sintomi possono essere più o meno gravi e la vera differenza sta nella quantità di lattosio ingerito, così come anche dalla gravità stessa della malattia, tutto sommato, però, possiamo affermare che tra i segni e sintomi più diffusi troveremo:
- Diarrea;
- Gonfiore addominale;
- Dolore addominale;
- Nausea e vomito;
- Senso incredibile di pienezza;
- Flatulenza
- Mal di testa debilitante, anche se è alquanto raro;
- Dolori muscolari diffusi;
- Dolori articolari;
- Perdita di concentrazione;
- Ulcere alla bocca.
Come si può valutare correttamente un’intolleranza al lattosio?
Solitamente per vederci chiaro è fondamentale ottenere un’anamnesi completa, quindi il soggetto interessato dovrà eseguire sia esami fisici, che esami medici; con l’anamnesi si studia anche la storia medica di tutta la sua famiglia, in questo modo si riusciranno a scoprire le cause vere e proprie escludendo quelle secondarie.
Con l’esame fisico, ad esempio, si andrà a valutare se è presente del gonfiore addominale, così come anche una corretta misurazione del dolore.
Cosa comprendono i Test medici per l’intolleranza al lattosio?
I test medici sono principalmente 4:
- Test dell’idrogeno (breath test): in tal caso si misura il livello di idrogeno nel respiro, successivamente all’ingestione di lattosio da parte del soggetto; la sua positività avverrà quando il valore aumenterà di >20 ppm rispetto al valore basale.
- Test relativo all’acidità delle feci: solitamente il lattosio che non verrà assorbito andrà automaticamente ad avviare un processo di fermentazione, il tutto per opera dei batteri del colon. Il risultato finale sarà un chiaro abassamento del PH delle feci, quindi sarà fondamentale valutare con attenzione questo valore.
- Test di tolleranza al lattosio: con questo test si vanno a prelevare, ogni 2 ore, alcuni campioni di sangue, è il modo giusto per verificare quali sono gli effettivi livelli di glucosio nel sangue, ed il risultato finale aiuterà a capire se vi è un’intolleranza al lattosio.
- Biopsia: ci si concentrerà sull’intestino tenue, stiamo quindi parlando di un test importante, che però viene eseguito piuttosto raramente, ed è anche invasivo. Solitamente lo si effettua per escludere che l’intolleranza al lattosio sia strettamente collegata a cause secondarie.
Qual è il trattamento giusto per pazienti con intolleranza al lattosio?
Principalmente bisognerà intervenire sulla dieta, quindi è importante andare a limitare l’apporto di lattosio o comunque di assumere prodotti che ne contangano, solo in questo modo si potranno ottenere significativi miglioramenti nel tempo.
Questi prodotti sono vietati a chi soffre di intolleranza al lattosio:
- Formaggio sia morbido, che lavorato (tranne i formaggi stagionati per oltre 36 mesi);
- Burro;
- Crema;
- Latte;
- Gelato;
- Panna Acida;
- Siero del latte;
- Yogurt;
- Pancakes e Waffle;
- Purè di patate;
- Burro;
- Margarina;
- Crema pasticcera;
Per molti di questi prodotti esistono comunque delle varianti senza lattosio (ad esempio il latte HD).
Diagnosi differenziale dell’intolleranza al lattosio:
- Sindrome dell’intestino irritabile;
- Celiachia;
- Fibrosi cistica;
- Colite ulcerosa;
- Malattia diverticolare;
- Polipo intestinale;
- Gastroenterite virale;
- Infezione di tipo batterica;
- Giardiasi o Lambliasi.
Prognosi e possibili complicazioni dell’intolleranza al lattosio!
Solitamente quando si parla di intolleranza al lattosio la prognosi è ottima, questo perchè i pazienti, seguendo uno stile di vita sano e modificando la propria dieta fanno registrare netti miglioramenti.
In alcuni casi, però, se non si interviene nel migliore dei modi, il soggetto può andare incontro ad alcune complicazioni degne di nota, tra queste troviamo ad esempio:
- Osteoporosi;
- Malnutrizione;
- Forte perdita di peso;
- Osteopenia e quindi riduzione della massa ossea.
Conclusioni
Parte sempre tutto da una corretta diagnosi, successivamente le figure di riferimento per migliorare il proprio stile di vita sono il gastroenterologo, ed il nutrizionista o dietologo.
Solitamente un disturbo di questo tipo aiuta ad essere più attenti, i soggetti in questione, infatti, saranno in grado di controllare le etichette degli alimenti in modo del tutto autonomo, nel tempo diventeranno dei veri esperti e potranno evitare l’uso di prodotti dannosi.
E’ pur vero che esistono soggetti in grado di tollerare alcune quantità di latte, quindi non devono evitare completamente i prodotti che ne contengano, ma è sempre bene farsi seguire da una figura esperta, inoltre, uno degli errori più comuni è quello di confondere l’intolleranza al lattosio con l’allergia al latte, quando poi in realtà vi è una bella differenza.
L’allergia al latte è molto più grave per la vita dei soggetti interessati e si manifesta già nell’infanzia, mentre l’intolleranza al lattosio compare nell’adolescenza; il latte poi è ricco di elementi essenziali, come il calcio e la vitamina D, bisogna stare molto attenti, perchè non assumendolo a lungo il soggetto potrebbe andare incontro ad una carenza di calcio e di vitamina D.