Sprechi alimentari: una mancata opportunità di guadagno per le aziende

sprechi alimentari

Quanto ci costano gli sprechi alimentari?

Immensamente bisognosi, scheletrici, senza speranza, quasi un milione di persone in tutto il mondo sta silenziosamente morendo di fame. Allo stesso tempo, l’occidentale medio si gode ogni giorno il lusso di scartare tonnellate di frutta troppo matura. Considerato che si perde circa il 45% della frutta e della verdura (Fonte: Autorità svedese per la sicurezza alimentare), questi alimenti vincono la palma d’oro per gli sprechi alimentari. Le banane, in particolare, costituiscono la maggior parte della frutta sprecata ogni anno. Secondo il Waste and Resources Action Programme, soltanto in Gran Bretagna ogni anno vanno perse 83.000 tonnellate di banane, spesso per motivi estetici.

Seriamente, ragazzi. Abbiamo un problema.

E a quanto pare, lo sappiamo anche molte bene. Secondo un recente sondaggio effettuato dalla società di consulenza Mintel, quasi il 40% dei consumatori nel Regno Unito pensa che gli sforzi di riduzione degli sprechi alimentari siano importanti per valutare le credenziali etiche dei marchi alimentari[1].

Nuove idee imprenditoriali con lo scopo di riutilizzare il cibo sprecato e le eccedenze alimentari vengono create ogni anno, ad esempio utilizzando latte di scarto per produrre fibre tessili o i fondi di caffè per produrre fertilizzanti biologici. Questo ci suggerisce quindi che investire nella riduzione della quantità di cibo che viene sprecato oltre che in una buona comunicazione ai consumatori, rappresentano entrambe non solo delle strategie responsabili da un punto di vista etico, ma anche degli investimenti redditizi per le aziende.

Gran parte del cibo viene sprecato nel punto di produzione e, a mio parere, una delle prime cose logiche da fare è capire la quantità di cibo sprecato durante le operazioni. Questo può aiutare a stimare il valore, in termini di perdite di redditività, che l’industria alimentare può recuperare. Individuare dove e come gestire questi sprechi alimentari è un altro passo importante per ridurre la quantità di cibo perso. Ad esempio, in una fabbrica che produce purè di patate, la maggior parte degli scarti proviene probabilmente dalle bucce scartate. La buona notizia è che le bucce di patata possono essere trasformate in materiali da imballaggio o in fertilizzanti come hanno fatto di recente alcune aziende.

Un’altra idea intelligente per l’industria alimentare è quella di motivare i propri dipendenti a diventare più consapevoli dell’importanza del loro contributo a questa importante causa. Motivare i dipendenti a ridurre gli sprechi è un modo dimostrato per ridurre i costi e aumentare la produttività. Attraverso una serie di divertenti attività interattive, i dipendenti possono riconoscere e misurare gli impatti finanziari e ambientali degli sprechi alimentari sul luogo di lavoro, comprenderne i costi, ideare le soluzioni necessarie alla riduzione degli sprechi e metterle in pratica.

Imballaggi più intelligenti giocheranno chiaramente un ruolo importante nella lotta contro gli sprechi alimentari. Esempi di questo includono sostituire la scadenza del prodotto con l’indicazione “Preferibilmente entro”, quando non vi sia alcun rischio per la sicurezza alimentare. Credo che possiamo essere tutti d’accordo che conoscere se il proprio cibo è ancora commestibile possa davvero far risparmiare un sacco soldi!

Aumentare anche la disponibilità di confezioni più piccole e moderandone il prezzo, è un altro modo per aiutare i consumatori a scegliere un pacchetto più piccolo e quindi ridurre la quantità di potenziale sprechi alimentari.

Infine, ciò che probabilmente sarebbe la cosa più efficace e logica da fare è ovviamente cercare di invogliare i consumatori a ridurre la quantità di cibo che sprecano. Campagne nelle scuole e pubblicità televisive possono anche essere utilizzate per aumentare la conoscenza di alcune semplici strategie che permettono di ridurre la quantità di cibo perso ogni giorno. I consumatori potrebbero essere ad esempio informati sul fatto che gli ananas andrebbero appoggiati su superfici morbide per ridurre le perdite causate dalla pressione del proprio peso. O che i pomodori sono sensibili al freddo e dovrebbero essere conservati a temperatura ambiente, il che conferirebbe loro anche un gusto migliore. Infine, molte persone non sanno che molti più cibi di quello che si pensa possono essere congelati e riutilizzati in un momento più conveniente. Questo elenco include sorprendentemente le uova e, come ho imparato quando ho vissuto in Toscana, l’olio di oliva, tra gli altri.

L’enorme quantità di cibo che viene sprecata ogni giorno rappresenta sicuramente uno scandalo, ma ci sono molte opportunità per le aziende per avviare nuove iniziative per trasformare questo problema in un’enorme opportunità di guadagno.

 

[1] Bergen E. Finding revenues in rubbish. Mintel. www.mintel.com.

Gianluca Tognon

Gianluca Tognon

Gianluca Tognon è un biologo specializzato in scienza dell’alimentazione. Ha lavorato per diversi anni come ricercatore presso l’Università di Göteborg in Svezia ed è docente presso l'università di Skövde in Svezia. In Italia ha pubblicato cinque libri su diversi temi legati all’alimentazione e alla nutrizione ed è co-autore di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

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About Me

I’m an Italian nutrition coach, speaker, entrepreneur and associate professor at the University of Gothenburg. I started MY career as a biologist and spent 15 years working both in Italy and then in Sweden.

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