di Gianluca Tognon
E mentre in Italia i nutrizionisti si interrogano, e talvolta si scannano, sulla necessità di escludere o non escludere il latte dalla dieta, un po’ più a Nord qua in Svezia la dott.ssa Annika Dalqvist, è diventata ormai la famosa guru della dieta LCHF[1]. Nei paesi nordici questa dieta è diventata famosa al punto tale da essere considerata una vera e propria religione, con tanto di discepoli che non perdono occasione per promuovere i “benefici” di questo pattern alimentare che è, ovviamente, quello “giusto”. Anzi. Il più giusto di tutti. La convinzione di queste persone è tale che una mia collega dietista, invitata a tenere una presentazione sull’alimentazione per la popolazione “goteborghese”, si è trovata ad affrontare ben cinque (cinque!) arrabbiatissimi adepti della LCHF che l’hanno accusata di ignoranza e incompetenza, contraddicendo tutto quanto aveva presentato! All’ultimo festival della scienza di Goteborg, ho avuto modo di prendere un po’ in giro questo tipo di alimentazione, ma con mia grande delusione, nessuno è venuto ad aggredirmi e quindi niente prima pagina sui giornali svedesi mentre mi azzuffo con gli adepti della LCHF… peccato… Questa dieta, non ve l’ho ancora detto, prevede non solo la riduzione dei carboidrati, ma soprattutto (bada ben, bada ben…), una concentrazione di grassi pari al 70%. L’equivalente di nutrirsi a suon di maionese. Follia? No signori, non stiamo scherzando, al punto che un paio di Natali fa, la Norvegia si è trovata a fronteggiare la crisi del burro: neanche più un grammo del prezioso alimento sugli scaffali dei supermercati, una vera tragedia! Dal canto mio mi sono chiesto, dato che escludono i carboidrati e quindi non lo spalmano sul pane, se i norvegesi questo burro se lo fossero mangiato a bocconi (al posto del pane per l’appunto). Probabilmente l’hanno spalmato a volontà sul loro delizioso salmone, tanto è grasso pure lui e quindi rappresenta un perfetto alimento in stile “high fat” … Tempo fa qualcuno aveva tentato di far sanzionare la guru della LCHF dalle autorità sanitarie, ma senza grossi risultati. Questa storia è raccontata in un editoriale pubblicato qualche anno fa su Lancet[2] che vi consiglio come interessante lettura. In ogni caso, in Svezia nessuno parla d’altro e i giornali di alimentazione traboccano di ricette per “nutrirsi e vivere al meglio con la LCHF”. Con buona pace del povero dottor Tognon, emigrato italiano e impiegato pubblico presso l’Università di Goteborg, che si spolmona per promuovere i benefici della dieta Mediterranea[3]: tutta aria fritta! In olio extravergine di oliva, ça va sans dire …
A dir la verità, tra il mangiare la dieta della maionese e vivere semplicemente senza latte, ce ne passa. Ma una cosa accomuna questo fenomeno: entrambi gli stili sono stati proposti da guru della nutrizione: in Svezia Annika Dalqvist, in Italia Franco Berrino con il quale tra l’altro, collabora Anna Villarini, mia carissima amica e autrice di due libri nati dall’esperienza con lo studio Diana[4] all’Istituto dei tumori di Milano. Niente da eccepire sulla qualità scientifica di questo studio, di cui condivido la filosofia[5] e la cui autorevolezza scientifica è di gran lunga superiore ai deliri mediatici scandinavi. Devo però dire che, dopo aver ascoltato un paio di volte il dott. Berrino e aver parlato con qualche suo “seguace”, mi sono reso conto che anche lui è stato molto abile a trasformarsi in un guru della nutrizione. Contraddire le sue affermazioni non è molto semplice e tutti hanno preso il consiglio di non bere latte come fosse stato scolpito nella pietra dall’Onnipotente e consegnato agli uomini sulle tavole della legge. Qualcuno inoltre non si è aggiornato, e insiste nel ripetere che le proteine animali “acidificano” il sangue facilitando il rilascio di calcio dalle ossa e la sua escrezione con le urine, teoria ormai smentita dagli studi con gli isotopi del calcio che hanno dimostrato che il calcio dei latticini viene assorbito e che l’aumento di calcio nelle urine è causato dal maggiore assorbimento[6].
Ma alla fine, è davvero di nutrizione che stiamo parlando? O c’è altro? La mia impressione è che tutti abbiamo l’innato bisogno di ammirare qualcuno e di “seguirlo” diventando suoi discepoli o, come si preferisce dire oggi, diventare suoi “followers”. E in un mondo come quello scientifico, dove aggiornarsi costa fatica e non è neanche sempre facile (considerato il mare magnum di studi spesso contradditori in cui tutti ci troviamo a nuotare), seguire qualcuno può diventare anche utile. Ecco quindi che per ogni leader, ormai abbiamo migliaia di seguaci, fra i quali anche molti di noi nutrizionisti che, indaffarati a scartabellare tabelle alimentari e etichette strappate dalle confezioni del supermercato, siamo forse diventati da protagonisti della scienza alimentare, dei semplici personaggi in cerca d’autore.
[1] Low Carbohydrate/High fat.
[2] Mann J, Nye ER. Fad diets in Sweden, of all places. Lancet. 2009 Sep 5;374(9692):767-9.
[3] Mediterranean diet gives longer life.
[4] Villarini A, Pasanisi P, Traina A, et al. Lifestyle and breast cancer recurrences: the DIANA-5 trial. Tumori. 2012 Jan-Feb;98(1):1-18.
[5] Tognon G, Rothenberg E, Eiben G, Sundh V, Winkvist A, Lissner L. Does the Mediterranean diet predict longevity in the elderly? A Swedish perspective. Age (Dordr). 2011 Sep;33(3):439-50.
[6] Jesudason D, Clifton P. The interaction between dietary protein and bone health. Journal of bone and mineral metabolism. 2011;29(1):1-14.